Intervista al Dott. Giovanni Murè
La
medicina Nucleare può gettare una luce per uscire
dal buio
di Luigina Armieri
Non
tutti sanno di che cosa si occupa la Medina Nucleare ed anzi
spesso il termine "Nucleare" con tutto quello che
evoca a torto o a ragione, risulta essere fuorviante.
Abbiamo,
pertanto, voluto chiedere gli opportuni chiarimenti al Dott.
Giovanni Murè specialista in Medicina Nucleare presso
l'Università di Bologna, responsabile del servizio
di Medicina Nucleare all'Azienda Ospedaliera "Umberto
I°" di Siracusa.
Dott.
murè che cosa è e di che cosa si occupa la Medicina
Nucleare?
"La
Medicina Nucleare è una branca della Medicina che si
basa sull'impiego a scopo diagnotico e terapeutico di radionuclidi
prodotti artificialmente e confezionati in forma "non
sigillata". Il maggiore campo di applicazione della Medicina
Nucleare è quello diagnostico, sia in"vivo"
( Scintigrafie) che in vitro (dosaggi di ormoni, sostanze
biologiche varie e sostanze chimiche).
Il
termine "Nucleare" deriva dall'uso di radiazioni
emesse da nuclei di alcuni atomi prodotti artificialmente
a scopo medico, il più utilizzato dei quali è
il Tecnezio (Tc 99m) per il "vivo" e lo l 125 per
il "vitro".
La
Medicina Nucleare si fonda sull'uso di radioisotopi che, introdotti
in adatte molecole costituiscono i radiofarmaci. Come vengono
utilizzati questi ultimi sia in "vivo" che in "vitro"?
L'utilizzo
in "vivo" prevede l'impiego di radioisotopi che
una volta somministrati al paziente in quanto tali o legati
a specifiche sostanze (radiofarmaci) non radioattive, si distribuiscono
nell'organismo seguendo specifiche vie metaboliche di accumolo
e di eliminazione.
L'imaging
medico-Nucleare ottenuto con opportuni sistemi di rilevazione
delle radiazioni, è espressione della distribuzione
della sostanza radioattiva nel sistema biologico in esame
e ne costituisce la rappresentazione morfo--funzionale con
minima esposizione alle radiazioni.E'
opportuno sottolineare che le sostanze impiegate sono prive
di rischi tossici e non inducono in genere manifestazioni
di tipo allergico.
I
recenti sviluppi di sistemi tomografici (SPET), fornendo una
rappresentazione tridimensionale della distribuzione del radiofarmaco
nel sistema biologico in esame sono in grado di aumentare
notevolmente la sensibilità diagnostica dell'indagine.
La diagnostica in "vitro" si basa sull'impiego di
metodiche di immunoterapia radioisotopica mediante le quali
è possibile determinare sostanze presenti anche a bassissime
concentrazioni" .